Presentazione del Festival

20 NOVEMBRE 2013
Il terzo Festival della Dottrina Sociale si svolgerà a Verona dal 21 al 24 novembre 2013 e avrà come tema: “ Meno disuguaglianze più differenze”.

Il Festival si articola in un intreccio di storie, di presenze, di attività e di proposte come espressione della ricchezza plurale che caratterizza il nostro tessuto sociale.

Il Festival è una grande occasione per incontrarsi, fare festa, in stile popolare fare discernimento sociale e ascoltarsi.

Quest’anno il programma sviluppa nuove attenzioni.

Oltre all’attenzione al mondo della cooperazione e della mutualità, si apre un dialogo con il mondo del pubblico impiego, della sanità, delle nuove povertà, della fiscalità. Un ruolo speciale è riservato ai giovani e alla scuola: nuove generazioni ed educazione sono due pilastri fondamentali per costruire il futuro. Non a caso quest’anno il Festival sarà strettamente collegato alla più importante manifestazione di orientamento dei giovani in Italia, Job&Orienta, che si svolgerà dal 21 al 23 novembre.

Presso la Fiera di Verona sono allestiti stands dove si possono incontrare alcuni imprenditori che presentano ciò che sono riusciti a realizzare con il loro lavoro.

Sarà l’occasione per incrociare concretamente persone, storie, prodotti e valori.

Ancora due novità: una riguarda il pensiero e l’altra l’azione.

Oltre a incontri, focus group, presentazioni di libri, cene a tema, caffè letterari, è programmato un seminario sulla dottrina sociale per approfondire l’apporto dei valori cristiani allo sviluppo di una società più giusta e più rispettosa dell’uomo.

Essendo la nostra manifestazione una festa, non possono mancare gli intrattenimenti serali: musica per i giovani, serata conviviale con premiazione di alcune realtà produttive, concerto della Banda della Guardia di Finanza.

I promotori del Festival sono: Fondazione Toniolo, Collegamento Sociale Cristiano, Cisl, Ucid, Confcooperative, Acai, Movimento degli studenti cattolici, Fondazione Segni Nuovi, Fondazione Cattolica Assicurazioni.

 
Il tema del Festival

Il titolo del III Festival è “Meno disuguaglianze, più differenze”. È un titolo che vuole far riflettere sulla nostra situazione sociale ed economica.

Non v’è dubbio che sono ancora troppe nel mondo, e in Italia, le diseguaglianze che offendono la dignità dell’uomo e la Dottrina Sociale della Chiesa ci spinge a operare per la giustizia e a combattere le disuguaglianze. Ma accanto a tante disuguaglianze, la nostra società e il nostro sistema giuridico sono caratterizzati da un eccesso di uniformità e di omologazione.

Non poche volte si è creduto che l’uguaglianza fosse perseguibile attraverso l’omologazione. I campi in cui verificare questa affermazione sono tanti.

Innanzitutto la scuola. Molte volte si è creduto di creare uguaglianza soffocando il pluralismo scolastico e la libertà educativa delle famiglie. In diverse occasioni si è dimenticato che scuola pubblica non significa solo scuola statale. Spesso si è creduto di fare il bene dei ragazzi spingendoli a scelte uniformi e rinunciando alle specializzazioni tecnico-professionali che creano lavoro.

Se guardiamo al campo dell’economia, possiamo notare una situazione analoga. Si riflette ancora poco sull’importanza dell’economia civile, sul ruolo economico fondamentale che svolge la cooperazione, e sui limiti di uno sviluppo che annulla le differenze e non persegue il bene comune.

Se guardiamo alla finanza (la cui etimologia, finis, nasce dall’idea di reperire risorse per realizzare un fine) ci accorgiamo che la globalizzazione ha creato, in molti casi, nell’azione finanziaria, una sorta di anonimato indifferenziato che riduce le responsabilità individuali.

Se guardiamo al lavoro, scorgiamo che anche qui troppe volte la ricerca dell’uguaglianza si è trasformata nell’imposizione dell’uniformità nei contratti di lavoro e nella rinuncia alle differenze. In Italia è sottovalutato l’apprendistato. Si ha più a cuore la tutela di chi è già garantito che l’occupazione dei giovani. Si confonde flessibilità con precarietà.

Se guardiamo alla famiglia ci accorgiamo che per promuovere l’uguaglianza tra uomo e donna, si tende a cancellare la differenza sessuale.

La disuguaglianza è il risultato di uno sviluppo che non persegue il bene comune; uno sviluppo non orientato al bene comune ottiene l’effetto perverso di rendere alcuni più ricchi e molti altri più poveri. La disuguaglianza cresce nella omologazione. Come insegna la Costituzione l’uguaglianza, scevra di ideologismi e strumentalizzazioni, coltiva le differenze.

L’uguaglianza evidenzia la pari dignità delle persone. La differenza è esercizio di libertà e di autonomia. L’omologazione ci imprigiona.



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Dottrina Sociale della Chiesa

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