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Edizione 2022

XII Festival della Dottrina Sociale
COSTRUIRE LA FIDUCIA LA PASSIONE DELL'INCONTRO

La cultura oggi dominante, dell’indifferenza e della superficialità è figlia dell’illusione dell’onnipotenza e dell’egoismo che è insito in ognuno di noi e porta inevitabilmente all’isolamento, alla chiusura in sé stessi e nei propri interessi.

A queste caratteristiche culturali si aggiunge una forte spinta al dualismo che tende ad interpretare la realtà sociale come costituita da entità autonome, indipendenti, non legate dalla relazione ma separate.

Tutte le contrapposizioni tra le quali siamo continuamente invitati a schierarci, si fondano su questa cultura semplicistica e sulla logica dualista implicita, dove non c’è dialogo possibile ma solo adesione o contrarietà.

Oggi tutto sembra tristemente assoggettato ad una logica di sfiducia e di scontro continuo, dove dialogo e verità sembrano in antitesi al punto che si preferisce rifugiarsi in una comoda e irrispettosa indifferenza verso l’altro, rifiutando persino l’idea della complessità legata al confronto rispettoso delle idee.

La guerra in Ucraina ha riportato il conflitto armato in Europa, qualcosa che avevamo pensato fosse impossibile rivedere al punto da non volerne riconoscere i segnali premonitori.

Il rischio concreto di un conflitto globale rende evidente il fallimento delle attuali politiche e relazioni internazionali.

Se guardiamo più vicino a noi, alla vita sociale quotidiana, basta accendere la TV e assistere a uno dei tanti Talk Show, dove ciascuno parla solo per sé stesso: arene nelle quali lo scontro verbale arriva fino all’insulto, senza nessuna voglia di costruire un punto di vista più ricco derivante da un libero confronto.

Nei “luoghi” di relazione abdicati oggi ai vari social, l’uso strumentale delle fake news e dei sofisticati algoritmi che li controllano e la gestione della comunicazione, mirano alla creazione di “bolle” autoreferenziali chiuse, in cui viene eliminato il confronto e nelle quali si finisce ovviamente a parlare solo con quelli che la pensano allo stesso modo.

Anche l’istituzione famiglia subisce una progressiva erosione, spogliata della sua valenza di nucleo fondante della società, diventa sempre più teatro di scontri e di violenze, come dimostrano la lunga serie di femminicidi ed i tribunali intasati dai contenziosi legati a divorzi ed eredità.

È un’utopia pensare di uscire da questo circolo vizioso?

Certamente non è semplice, serve il confronto tra idee e serve la fiducia reciproca, che non può prescindere da una sana fiducia in sé stessi, perché il più solido fondamento della tolleranza è l’affermazione di convinzioni forti basate sulla ragione.

In questa realtà difficile, occorre promuovere uno sforzo per trovare le energie, le risorse, per costruire veri rapporti di fiducia in cui diventa possibile guardarsi in faccia, provare ad ascoltarsi per creare una via comune verso il bene e non chiudersi nella tutela di interessi particolari. L’incontro sembra una chimera difficile da raggiungere, la cui ricerca diventa appunto una “passione” da coltivare e metabolizzare così da renderlo un elemento distintivo della nostra vita sociale, un movimento eccedente in grado di generare vita.

Per non essere schiacciati o sconfortati dalla realtà presente, con tutti i suoi limiti e le contraddizioni, ma poterla attraversare generando nuova vita e nuove possibilità è necessario guardare oltre noi stessi, è indispensabile tornare ad avere una prospettiva che ci supera, perché la statura di una persona la si misura da ciò che essa attende e dunque dobbiamo ritornare a fondare il nostro agire su un elemento che è costitutivo dell’uomo: la speranza.

Una speranza non come un sentimento consolatorio nei momenti di difficoltà, ma come ciò che ci spinge ad agire per cambiare le cose, perché ci porta a credere al bene comune, nel quale è garantito il bene di ciascuno, a sostenere la vita sempre e comunque, a credere nell’uomo e alle sue grandi potenzialità di bene: a costruire la fiducia.

Siamo intimamente e costantemente in attesa di realtà buone e la speranza ci spinge proprio verso di esse.

Agire con intelligenza significa creare luoghi e relazioni in cui pensieri, progetti, desideri sono mossi dalla fiducia, che ci aiuta nella costruzione di un insieme capace di perdono, di rispetto, di accoglienza, di condivisione autentica.

Ed è proprio nell’incontro con l’altro che possiamo ritrovare la fiducia che ci rende forti e sereni di fronte al presente, ricchi di speranza per il futuro e ci abilita a vivere la nostra esistenza con passione e generosità.


Programma XI Festival DSC

Clicca sulle giornate per visualizzare il programma e visualizzare le dirette su YouTube


  • Ore 20.30  - Apertura IX Festival DSC 2022 DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 21.00 - Costruire la fiducia - la passione dell'incontro  DIRETTA SU YOUTUBE


  • Ore 09:00 - Santa Messa
    Ore 10:00 - Simposio docenti DSC - Il futuro della democrazia: democrazia, autocrazia, nuovo ordine internazionale DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00  - I giovani: relazioni, amori, amicizie, comunità DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.00 - #GenerAttivi! Dal welfare state al welfare generativo: dinamiche di legami sociali DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - #GenerAttivi! Tavoli di approfondimento DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - Verso una “sussidiarietà generazionale” - Le politiche pubbliche nel nuovo scenario del PNRR DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - Scuola di Formazione per l’Alta Dirigenza in DSC DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.30 - Esperienze innovative nel campo della Cooperazione DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16.00 - L’energia che unisce: le reti, i territori e l’ambiente DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 17.00 - (Ri)Costruire la fiducia nell’ economia e nella finanza” DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 17.30 - Consegna attestati di partecipazione IX edizione della Scuola di formazione per l’alta dirigenza in DSC DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 21.00 - Premio Imprenditori per il Bene Comune DIRETTA SU YOUTUBE


  • Ore 09.00  - Santa Messa
    Ore 10.00  - Tavoli di lavoro #Generattivi e Tavole Pensanti
    Ore 10.00  - Natalità, la nuova questione sociale DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00 - La bellezza del dono DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00 - Sindaci per il Bene Comune DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00 - Dialogo e fiducia, un’impresa! DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.00 - Diplomazia: L’arte di favorire l’incontro e creare le basi per la fiducia DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.30 - Incontro con gli autori - Marco Follini Autore di “Il labirinto di Aldo Moro” DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.00 - La cura delle relazioni come centro dell’educazione DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 13.00 - Immischiamoci a pranzo
    Ore 14.30 - Tavoli di lavoro #Generattivi e Tavole Pensanti DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - Costruire la fiducia - La passione dell’incontro: storie vere di famiglie postmoderne DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - La giustizia riparativa: un incontro che apre al futuro DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - Scuola di Formazione per l’Alta Dirigenza in DSC - Modalità di presenza nei territori e negli ambienti di vita DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - Giuseppe siamo noi, imprenditori coraggiosi e creativi DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15.00 - I bisogni irrinunciabili della salute mentale in adolescenza: tra criticità e rischi DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16.30 - Creare valore condiviso: linee per l’economia del futuro DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16.30 - Tessere relazioni per il bene comune DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16.30 - Riflessioni sull’identità cristiana degli Istituti Socio Sanitari Cattolici DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 17.00 - Spettacolo musicale - 10° Concerto Sinfonico - Teatro Filarmonico  (Via Roma, 3 Verona) ACQUISTA IL BIGLIETTO
    Ore 18.00 - Un ricordo di Mons. Gastone SIMONI DIRETTA SU YOUTUBE
  • Ore 10.00  - Verità e dialogo - Saluti: On. Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati* - Dialogano Mons. Domenico Pompili, Vescovo di Verona, Mauro Magatti, Università Cattolica del Sacro Cuore - Modera: Alessandro Zaccuri, Giornalista e scrittore DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.00  - Conclusioni - Alberto Stizzoli, Presidente Fondazione Segni Nuovi DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12:30 - Santa Messa di chiusura del XII Festival della dottrina sociale Duomo di Verona - Officiata da S. E. Mons. Card. Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo - IN DIRETTA SU TELEPACE

    * in attesa di conferma

Scarica il programma in PDF del XII Festival della Dottrina Sociale
Edizione 2021

XI Festival della Dottrina Sociale
AUDACI NELLA SPERANZA - CREATIVI CON CORAGGIO

Non si tratta di alimentare con nuove motivazioni le tante speranze umane, che caratterizzano ognuno di noi, ma di proporre una ricerca audace per giungere alla Speranza autentica, quella che non delude perché fondata su basi solide, quella che resiste alla prova del tempo e delle situazioni che la vita, molte volte inaspettatamente, ci pone davanti.

La pandemia ha scosso la società del benessere dal torpore onirico di credere che sia possibile una realtà non vera e di vivere individualmente ed egoisticamente, senza rendersi conto che le cose possono andare male, indipendentemente dalla nostra volontà.
La crisi sanitaria ha reso ancora più evidente ciò che la crisi economica e sociale in precedenza aveva invano evidenziato, e cioè che la vita non è quella che abbiamo in mente o che vorremmo che fosse, bensì è quella che è, nella sua verità e nella sua durezza e si manifesta indipendentemente dal nostro rifiuto di vederla e di accettarla.

La comunità scientifica ha reagito con tempismo e successo nella lotta alla pandemia e i governi hanno saputo mettere in atto misure economiche e finanziarie straordinarie, per proteggere le economie dei vari paesi.
Il rallentare della minaccia pandemica e la ripresa economica indotta dalle misure pubbliche hanno generato un comprensibile sollievo ed un pensiero ottimistico a riguardo del futuro.
Ma l’ottimismo, per sua definizione, è una disposizione psicologica che considera la realtà solo dal suo lato migliore, anche a rischio di creare illusione, con il pericolo concreto di non far comprendere la lezione di vita che abbiamo ricevuto.
Oggi è storicamente necessario spalancare gli occhi sulla realtà nella sua interezza, maturare ed iniziare a vivere in modo responsabile.
Non possiamo più permetterci di vivere in maniera edonistica, pensando che ci sarà sempre qualcuno che risolverà i problemi per noi, o farà per noi il lavoro che non vogliamo fare.

La Speranza, a differenza dell’ottimismo, affina l’arte di cogliere le occasioni e attiva il coraggio di rispondere a quello che capita nella realtà. Per questo abbiamo bisogno di una Speranza fondata: la Speranza che incide profondamente sulle nostre azioni, sulla capacità progettuale di ciascuno e per questo segna intimamente la nostra dimensione esistenziale.
La Speranza, fondata sulla consapevolezza che siamo parte integrante di una storia che va oltre noi, ha in sé una dimensione ispiratrice e abilita a ritrovare la capacità di porre in essere tutte le possibili azioni per il raggiungimento del Bene, liberi dall’esito, perché sostenuti dalla certezza che ciò che abbiamo seminato, prima o dopo darà frutto.
La Speranza è creatività e ci fa vedere con molta chiarezza che le difficoltà possono essere occasioni di trasformazione.

Non dobbiamo uscire dalla pandemia con la nostalgia del passato, cercando solo di tornare presto a come era prima, bensì con la consapevolezza che è necessario un cambiamento, in primis della percezione del nostro ruolo nel mondo.
È ora di iniziare da noi stessi, da come siamo e da dove siamo, cominciando dalle piccole cose che sentiamo sbagliate.
Audaci nella Speranza, che sostiene il coraggio e la creatività, ognuno per come è, per dove è, per diventare azione corale, concreta e dirompente, che genera il cambiamento.

Ovunque noi siamo, costruiamo il cambiamento.



  • Ore 20.45  - Apertura IX Festival DSC 2021 (DIRETTA TV) DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 21.00 - Audaci nella Speranza – Creativi con Coraggio (DIRETTA TV) DIRETTA SU YOUTUBE


  • Ore 09.00  - Santa Messa
    Ore 10.00 - Democrazia come processo inclusivo: speranza, utopia, distopia DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00 - Programma giovani - Workshop sui principi che guidano l’azione generativa, inclusiva e sostenibile nelle realtà di oggi
    Ore 11.00 - #GenerAttivi! Il tuo presente crea futuro? Dinamiche di speranza DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.00 - Afghanistan, quale futuro per il popolo afgano e quali rischi per l’Occidente DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.00 - GenerAttivi! : tavoli di approfondimento
    Ore 12.30 - Programma giovani - Visita guidata ed incontro con gli esponenti delle imprese sociali presenti negli stand espositivi Festival
    Ore 12.30 - Pranzo
    Ore 14:30 - Programma giovani - Confronto su economia, sostenibilità e speranza in azione - Tavole Pensanti
    Ore 15:00 - La relazione educativa nella scuola del futuro: tra emergenza e priorità DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15:00 - #GenerAttivi! : Tavoli di approfondimento
    Ore 15:00 - “Fundraising nel Terzo Settore: l’audacia creativa della raccolta fondi per sostenere progetti di speranza” DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16:00 - Natura e Sostenibilità: verità e miti
    Ore 16:15 - Stabilità, Efficacia e Gestione del Rischio DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16:30 - Fratelli tutti? Il sogno di Dio nelle periferie esistenziali DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 18:00 - La speranza e la famiglia nel Nord e nel Sud del Mondo - Incontro con gli autori DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 18:30 - Programma giovani - “Le mie abilità risorse da condividere" DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 19:00 - Incontro con gli autori DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 19:30 - Cena
    Ore 21:00 - Premio Imprenditori per il Bene Comune - Condotto da Safiria Leccese (DIRETTA TV) DIRETTA SU YOUTUBE


  • Ore 09.00 - Santa Messa
    Ore 10.00 - L’impresa della Sostenibilità DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 10.00 - Per una buona economia servono buoni imprenditori DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.30 -Rete “#Generattivi”: Presenti in un mondo complesso DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.15 - Presentazione della mostra francescana Economia Fraterna e dello Spettacolo teatrale Cantico Economico DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.30 - Il tuo presente crea futuro? DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.30 - Pranzo
    Ore 15:00 - Sindaci per il Bene Comune DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15:00 - #GenerAttivi! : Tavoli di approfondimento
    Ore 15:00 - Sanità e salute: un nuovo modello per i cittadini DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 15:00 - Presentazione Hire – Humanize Industrial Revolution Enhancing. Tendenze del mercato del lavoro per il XXI Secolo DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 16:30 - #GenerAttivi! - Libertà, fiducia e generatività: il fondamento di una collaborazione autentica DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 17:00 - Gli ultimi, la giustizia e il contrasto alla povertà nell’ emergenza Covid-19 DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 18:00 - Presentazione libri - Incontro con gli autori DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 19:30 - Cena
    Ore 21:00 - Spettacolo musicale “Emozioni” – di Mogol e Gianmarco Carroccia ACQUISTA I BIGLIETTI


  • Ore 10.00 - La donna: Speranza per una Società Nuova - Auditorium Gran Guardia DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 11.00 - Conclusioni - Auditorium Gran Guardia DIRETTA SU YOUTUBE
    Ore 12.30 - Santa Messa - Duomo di Verona (DIRETTA TV)

Edizione 2020

X Festival della Dottrina Sociale

Il tema della decima edizione del Festival della Dottrina Sociale è MEMORIA DEL FUTURO.

Memoria del futuro è ricordare che siamo parte di una storia che si muove dentro un grande abbraccio, è recuperare l’originaria ispirazione al Bene, rappacificandoci col passato, che dissodato da nostalgia o rammarico, diviene terreno fertile per costruire il futuro.

La vita si snoda con ritmi propri, non programmabili. Ci interpella col suo carico di dolore, delusioni, errori, fatiche, prove, malattie… ci restituisce il nostro limite e ci invita a guardare oltre perché solo così è possibile accogliere la realtà, intuendo il significato profondo che sta dentro un progetto che ci precede e che ci supera.

Guardare oltre significa superare la stanchezza che inaridisce il cuore, la paura che blocca l’azione, la ricerca di sicurezze e garanzie poste nel potere, nel denaro, nella scienza.
Guardare oltre consente di non dipendere dal risultato, così il successo non esalta e il fallimento non deprime, ma invita piuttosto a riorientare il cammino.
Guardare oltre richiede una meta che sia in grado di illuminare il cammino nel presente e riportare la pace nel cuore. Una pace prodiga di azioni, attenzioni, cura, creatività, slancio, concretezza.
Guardare oltre significa liberarsi dal sé e rendere possibili relazioni autentiche con gli altri in un cammino condiviso in cui il “noi” prende il posto dell’io.
Proprio quando si guarda oltre le persone si mettono in moto, si ridà ardore alla passione, stimolo all’azione, concretezza del fare.

Per questo fare memoria del futuro ha un risvolto sociale: libera dai ruoli e dagli egoismi corporativi, restituisce la visione di insieme, attiva collaborazioni, rende possibile il perseguimento del bene di tutti e di ciascuno.
Fare memoria del futuro permette di vedere le cose nella loro giusta dimensione, di cogliere i frammenti di verità presenti nelle diverse discipline e di gioirne, facendone sintesi e nuovi punti di partenza.
Fare memoria del futuro attiva energie collettive, permette di immaginare ciò che ancora non c’è avviando processi che non si esauriscono con noi stessi e di cui altri godranno.
Fare memoria del futuro restituisce la corretta idea di sviluppo, di sviluppo integrale, e mette in cammino comunità, territori e popoli consapevoli che il futuro attende persone che lo rendano presente.
Far memoria del futuro permette di stare “oltre i luoghi, dentro il tempo”, di accogliere “la sfida della realtà”, di “stare in mezzo alla gente”, di dar ragione che “fedeltà è cambiamento”, di assumersi “il rischio della libertà”, di “essere presenti, polifonia sociale”.

Siamo sintesi di memoria e futuro. La partecipazione di ognuno di noi al Festival della DSC porterà a ritrovarsi, riconoscersi, condividere timori, idee, speranze e azioni facendosi ispirare l’uno dall’altro. Perché far memoria del futuro è garanzia della libertà, vocazione e destino dell’uomo, chiamato non tanto a fare nuove cose, ma a far nuove tutte le cose.


Programma generale:


  • Ore  09.00 - EVENTO CONDIVISO - Piantumazione dell'albero di melograno
    Ore 10:30 - BENEVENTO - La Comunità tra impresa e intrapresa.
    Ore 11.30 - LUGANO - Inaugurazione della mostra “Il Grido della Terra”.
    Ore 12.15 - BENEVENTO - Presentazione del documento conclusivo dei gruppi di lavoro. Conclusioni.
    Ore 15.00 - POTENZA - 23 Novembre 1980: quarant'anni dal terremoto. Il melograno della DSC.
    Ore 17.00 -  MAZARA DEL VALLO - L'economia generativa e le nuove imprese di Mazara.
    Ore 17.00 - SONDRIO - Fare memoria del futuro: la montagna, modello di sviluppo di senso.
    Ore 18.00 - BOLOGNA - Territorio di relazione. Una rete che si prende cura di chi ha meno opportunità in ambito abitativo.
    Ore 18.00 - TORINO - Testimoni si diventa. Dopo l’evento “Economy of Francesco”.
    Ore 19.00 - PALERMO - Presentazione dell'Enciclica "Fratelli Tutti".


  • Ore  09.15 - POTENZA - Eventi in sequenza
    Ore  16.00 - PALERMO - Non c'è futuro senza Memoria.
    Ore 17.00FROSINONE - Ripensare lo sviluppo della provincia di Frosinone secondo i criteri della ecologia integrale.
    Ore  17.00 - PESARO - Presenti e presenza nella comunità come una vera polifonia. Essere lievito come memoria del futuro.
    Ore  17.30 - ROMA - La qualità della vita nella capitale oltre l'emergenza.
    Ore 18.00 - BOLOGNA - Territorio di relazione. Una rete che si prende cura di chi ha meno opportunità in ambito lavorativo.
    Ore 18.00 - LUGANO - Le buone pratiche di un’economia responsabile.
    Ore 18.00 - TORINO - Comunità educanti verso comunità imprenditive.
    Ore 18.00 - TRENTO - L’Autonomia del Trentino Alto Adige Sudtirol: un’esperienza di successo per l’integrazione delle minoranze.
    Ore 18.30 - MAZARA DEL VALLO - La Francia e l’Islàm: scontro continuo o dialogo possibile?


  • Ore  09.30 - POTENZA - Eventi in sequenza.
    Ore 11.00 - NAPOLI - La Carta dei Valori. Il laboratorio valoriale della DSC.
    Ore 17.00 - ROMA - Benessere della famiglia e complessità umana.
    Ore 17.30 - LAMEZIA TERME - Legalità nell’impresa e nel lavoro.
    Ore 17.30 - RAGUSA - Giovani e impresa: riscoprire le radici, progettare il futuro.
    Ore 18.00 - BOLOGNA - Territorio di relazione. Una rete che si prende cura di vive drammatiche esperienze famigliari per motivi di salute.
    Ore 18.00 - LUGANO - Responsabilità umana oggi e domani. Dalle fonti del passato verso un’ecologia davvero integrale.
    Ore 18.00 - MAZARA DEL VALLO - Il Dialogo a fondamento dell’Accoglienza e della pacifica Convivenza.
    Ore 18,00 - PALERMO - Costruire comunità inclusive, solidali e fraterne.
    Ore 18.00 - TRENTO - L’autonomia come strumento di rafforzamento delle risorse economiche e della loro redistribuzione.
    Ore 19.30 - BOLOGNA - Cerimonia di Chiusura Festival con Sottoscrizione Carta dei Valori.
    Ore 19.15 - ROMA - Conclusioni.


  • Ore 09.00 - PISA - Eventi in sequenza.
    Ore 16.00 - PESARO - Carta dei Valori.
    Ore 17.30 - LAMEZIA TERME - Carta dei Valori e il racconto sui progetti Memoria del Futuro.
    Ore 18.00 - MAZARA DEL VALLO - Il Dialogo a fondamento dell’Accoglienza e della pacifica Convivenza.
    Ore 18.00 - PALERMO - Simulazione lavori parlamentari e approvazione carta dei valori.
    Ore 18.00 - TORINO - Comunità imprenditive verso comunità educanti.
    Ore 18.30 - LUGANO - Voci dal mondo per un mondo più giusto e solidale.
    Ore 19.30 - TORINO - Firma della Carta dei Valori di Torino.
    Ore 19.45 - LUGANO - Responsabilità oltre i confini. Per un mondo più giusto.
    Ore 21.30 - VERONA - Apertura X Festival della Dottrina Sociale “memoria del futuro” (DIRETTA TV).


  • Ore 10.00 - VERONASeminario: “Ecologia integrale, sviluppo economico e democrazia. Il problema dell’emergere di nuovi paradigmi”.
    Ore 10.00 - VERONA - Convegno: "La famiglia, la spina dorsale nel paese”.
    Ore 15.00 - VERONA - Seminario: “Ecologia integrale, sviluppo economico e democrazia. Il problema dell’emergere di nuovi paradigmi” (sessione 01).
    Ore 15.30 - VERONA - Webinar: dal Covid-19 nuove sfide al volontariato. Tracce (di memoria) per il futuro.
    Ore 16.00 - VERONA - Presentazione libri.
    Ore 17.00 - VERONA - Presentazione libri.
    Ore 17.00 - VERONA - IL VANGELO PIU’ANTICO DEL MONDO – presentazione nuovo documentario (DIRETTA TV).
    Ore 18.00 - VERONA - Seminario: “Memoria, Scientificità, Profezia”.
    Ore 19.00 - VERONA - Il lavoro e l’impresa come vocazione.
    Ore 21.30 - VERONA - Premio imprenditore per il bene comune. (DIRETTA TV).


  • Ore 10.30 - VERONA - Tavola rotonda - Rilanciare la speranza: la ripresa economica sostenibile (DIRETTA TV).
    Ore 15.30 - VERONA - L'impegno nelle scelte di oggi per l'avvenire.
    Ore 16.00 - VERONA - Economia integrale e sostenibilità globale.
    Ore 17.00 - VERONA - Presentazione libro.
    Ore 18.00 - VERONA - Presentazione libri.
    Ore 19.00 - VERONA - Presentazione libri.
    Ore 21.30 - VERONA - Monologo: "HOMO MODERNUS: Eppure sembrava progresso" - Leonardo Manera (DIRETTA TV).


  • Ore 10.00 - VERONA - Intevista, Luciano Fontana, Direttore Corriere della Sera, S.E.R. Mons. Nunzio Galantino, presidente A.P.S.A.
    Ore 12.30 - VERONA - Santa Messa dal Duomo di Verona (DIRETTA TV).


Programma suddiviso per città:
SCARICA IL PROGRAMMA DEL X FESTIVAL IN FORMATO PDF
Edizione 2019

Logo ESSERE PRESENTI: Polifonia Sociale

IX Festival della Dottrina Sociale
Verona, 21-24 novembre 2019

Il tema del nono Festival della Dottrina sociale è Essere presenti: Polifonia Sociale.

Quando uno c’è si vede e la sua presenza porta sempre ricchezza di significati. Solo una persona che sa essere vera, ancorata ai valori, può entrare in una relazione autentica e feconda con gli altri e non limitarsi a vuote pretese, ad inutili egoismi.
Chi è presente invece di creare problemi li risolve, lascia cadere le chiacchiere e crea relazioni vere, ha sempre il senso della misura, trova lo spazio per il ragionamento e il confronto, rifiuta gli slogan e i proclami altisonanti, si impegna per il bene comune.

Tutti abbiamo esperimentato cosa vuol dire la presenza nei momenti difficili della nostra vita. Non sentirsi soli e percepire che qualcuno è con noi è il più grande dono che possiamo ricevere. Nei momenti più duri della vita tutto sembra perdere il suo significato e c’è bisogno di qualcosa di essenziale, di veramente importante; per questo si cerca un volto, una persona, una presenza. La stessa cosa vale per i momenti più belli e significativi dell’esistenza: la gioia e l’autenticità hanno bisogno di presenze per essere condivise.
Non si può gioire da soli e non si può soffrire da soli: inesorabilmente occorre qualcuno che ci tolga dalla solitudine. Ecco la grandezza incomparabile della presenza!

Questa vocazione interpersonale della presenza trova una sua naturale continuità anche nella dimensione sociale: costituisce la base su cui si sviluppa la vita sociale. La presenza è sempre estroversa: non conosce chiusura e indifferenza. La presenza si alimenta dell’impegno verso gli altri. La presenza nel lavoro, nella scuola, nella sanità, nei diversi ambiti della vita crea sempre la differenza.

Essere presenti supera di gran lunga le parole. La forza della presenza non è mai data dai riflettori, dai followers, dagli applausi, ma dalle conseguenze pratiche di una azione che si fa carico degli altri, si prende cura, lotta, si spende per generare quel bene sociale che tutti desideriamo. Le molte presenze significative e anonime operanti nella quotidianità creano respiro vitale per tutti.
La presenza esprime sempre intensità perché ha una forza propria, viene prima delle azioni anche se
non le esclude mai, è significativa per sé stessa. Vive non perché domina, ma perché è radicata in una comunità. Così diventa profetica e alternativa: non si identifica con una persona, con un leader solitario, ma genera una comunità dove la fraternità armonizza differenze e talenti.

La presenza è vita. Non si esaurisce in automatismi o organizzazioni perfette ed efficienti, ma anonime. È più facile creare un meccanismo che funziona che una comunità che vive.
La presenza non è rivendicazione di identità esclusive ed escludenti. La presenza è relazione. Alimenta e si alimenta di relazioni. La presenza è il modo migliore per esprimere partecipazione, condivisione, coinvolgimento.
Le vere presenze alimentano il pur necessario pluralismo sociale e culturale, e allo stesso tempo ci proteggono dallo sterile antagonismo e dalla subdola omologazione.

Ecco perché il tema del festival DSC di quest’anno sottolinea la polifonia sociale. Più voci armoniche sono preferibili agli acuti di bravi solisti. E così cambia tutto: il riferimento non è più un singolo individuo, ma una comunità. La sfida che desideriamo affrontare con il Festival DSC 2019 è mettere insieme presenze diverse per costruire il passaggio dalla significatività individuale alla polifonia sociale. Così possiamo costruire un nuovo tessuto sociale. Ognuno di noi è un filo prezioso e indispensabile: bisogna però intrecciarsi e legarsi con fili di altri colori per costruire nuovo habitat per una comunità.

don Adriano


CARTA DEI VALORI

"Essere presenti, polifonia sociale" è il tema che ha accompagnato, quest'anno, le giornate del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa.
In una società in cui l'individualismo soggettivo è mutato in individualismo associativo, un gruppo di persone in rappresentanza di associazioni, enti e realtà economiche hanno deciso di lavorare in un contesto polifonico e armonico sottoscrivendo una carta dei valori per un impegno civile ed etico per Verona. Abbiamo scelto di sottoscrivere la carta dei valori in quanto:

  • Responsabili del ruolo che svolgiamo
  • Consapevoli che solo insieme si possono affrontare i problemi di una comunità
  • Convinti che il vero rinnovamento non può prescindere dall'attenzione al territorio
  • Coscienti che il futuro va preparato fin da oggi
  • Intenzionati a ridurre le disuguaglianze e a promuovere la solidarietà e la giustizia sociale
  • Pronti a lavorare intensamente per la costruzione del bene comune
  • Sostenuti da tutti coloro che antepongono il bene per la nostra città alle spinte individualistiche

La condivisione di una carta dei valori si traduce nella individuazione di alcune priorità che riteniamo strategiche per lo sviluppo di Verona.
Le nostre priorità sono:

  • Lo sviluppo della conoscenza
  • Crescita e sviluppo del territorio nel rispetto dell'ambiente e quindi della salute delle persone
  • Un progetto pluriennale per la logistica e i trasporti partendo dal piano regionale con particolare riguardo ai collegamenti ad alta capacità, Fiera, aree urbane Verona Sud e aeroporto
  • Promozione di tutto quanto può favorire la crescita economica e la rivalutazione delle imprese come bene sociale per il nostro territorio in modo particolare ricerca e innovazione per Verona Smartland, la sostenibilità, la rigenerazione urbana e territoriale
  • Gli scenari dello sviluppo fieristico e dei servizi all'internazionalizzazione
  • Le multiutility tra autonomia e aggregazione per approfondire la fattibilità di alleanze
  • Il sistema sociosanitario veronese e la risposta alle nuove fragilità

Solo un'azione comune finalizzata ad uno sviluppo rispettoso dell'ambiente potrà generare nuovi posti lavoro e una concreta lotta alla povertà per una società inclusiva.

Verona, 24 Novembre 2019

Firmatari:

  • Sindaco Verona
  • Università di Verona
  • BCC Federazione Veneta
  • Federazione provinciale Coldiretti Verona
  • Aeroporto Valerio Catullo Spa
  • Cisl Verona
  • ATV Azienda Trasporti Verona
  • Camera di commercio industria e artigianato di Verona
  • Confcooperative Verona
  • Confartigianato Verona
  • Veronafiere S.p.A.
  • Api industria Verona
  • Cattolica Assicurazioni
  • CAI Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Verona
  • Casartigiani Verona
  • Confindustria Verona
SCARICA LA CARTA DEI VALORI

Edizione 2018

logo il rischio della liberta 2018

VIII Festival della Dottrina Sociale
Verona, 22-25 novembre 2018

Il tema dell’ottavo Festival della Dottrina sociale è: Il rischio della libertà.

Ognuno di noi desidera profondamente e intimamente la libertà perché è in gioco la nostra stessa umanità e la nostra dignità. Ma spesso la libertà non solo è a rischio ma viene completamente negata. La libertà negata è percepita solo da chi ha un udito fine e antenne libere e adatte a captare il grido del silenzio. È il grido dei morti nel Mediterraneo: i morti non parlano e in questo caso non sono neanche visibili. I morti sono tantissimi ma il cimitero è invisibile. La libertà è negata alle migliaia di ragazze che sono costrette a vendere il loro corpo per portare soldi nelle casse delle organizzazioni criminali, è negata a chi vive sotto la scure dell’usura: tanta povera gente deve continuamente tirar fuori soldi senza mai vedere estinto il suo debito. Il risultato di questa negazione della libertà è impressionante: la mancanza di libertà e la morte arrivano a toccarsi e in alcuni casi a coincidere. Dove non c’è libertà si vive nella paura e dove c’è paura della libertà crescono i controlli e i movimenti delle persone sono costantemente monitorati. Il potere viene esercitato in maniera invisibile e impercettibile attraverso il controllo delle persone. L’identità delle persone, le loro attività, le condizioni di salute e le loro abitudini sono ricercate in maniera scientifica per scegliere i prodotti da consumare o per influenzare le loro scelte. In più situazioni si può dire che viviamo in regime di libertà vigilata, non per questioni di ordine pubblico ma come estensione del potere dell’economia, della politica e della comunicazione. Nonostante questi forti condizionamenti il desiderio di libertà rimane vivo, anzi viene avvertito in maniera sempre più forte. La libertà non si può uccidere, è come la vita: si può uccidere una persona ma non la vita, si può rendere schiavo qualcuno o popoli interi ma non si può eliminare la libertà. Ogni persona ci ricorda che la libertà è viva quando cerca la verità di sé stessa attraverso il perseguimento di significati, la realizzazione di un compito, il cammino verso una promessa.

La libertà si vive nel presente ed è ricca di futuro, non possiamo possederla o privatizzarla perché è un bene per tutti. Nelle trame ordinarie della quotidianità con azioni e comportamenti ognuno di noi intesse la storia della sua libertà che è cammino e scoperta, lotta e compimento, diritto e dovere, coinvolgimento, relazionalità, condivisione.

La libertà non ama le imitazioni, gli stereotipi e le finzioni: è fedele all’originalità e unicità di ognuno. Oggi abbiamo bisogno di persone libere! Sono quelle che rischiano sé stesse, che abbandonano l’io per incontrare l’altro, che non cercano scuse per non giocare la partita della vita, sono quelle che non compri con i soldi, con la carriera, con il successo o la notorietà perché il loro valore è troppo grande: sono persone libere. Tutto ciò ha un prezzo, fa correre un rischio, ma è così rispondente alla verità di noi stessi al punto che quando non ci comportiamo così siamo noi i primi a non essere contenti di noi stessi.

Per essere liberi val la pena rischiare perché il rischio vero che ci chiede la libertà è quello di amare. Facendo così veniamo restituiti a noi stessi dopo essere usciti da noi stessi per andare verso l’altro: questa restituzione è gioia che diventa un grido di tripudio alla vita. Per questo vale la pena di rischiare per vivere da persone libere.

Edizione 2017

volantino orizzontale 1024x731VII Festival della Dottrina Sociale
Verona, 23-26 novembre 2017

La fedeltà e il cambiamento, a prima vista, sembrano indicare due modi di essere troppo differenti per risultare  componibili . Ma se la fedeltà è il modo di rispettare la propria e l’altrui dignità, se traduce l’originaria apertura alla verità, al bello e al bene, diventa subito chiaro che la fedeltà richiede un cambiamento: per essere noi stessi  in maniera sempre più compiuta  chiediamo a noi stessi di cambiare. Anche se viviamo in un contesto in cui tutto sembra orientare verso il pensiero unico, l’egualitarismo indifferenziato , le mode comportamentali e valutative, le necessità imposte dalla tecnocrazia, è ancora percepita da molti l’originaria dignità di ogni persona al punto che proprio il rispetto della propria dignità e grandezza chiede un non adeguamento, una differenziazione dal pensiero dominante, chiede una voce fuori dal coro, un’azione differente.

Ecco perché fedeltà È cambiamento. È in forza della fedeltà alla grandezza e intangibilità di ogni essere umano che non è accettabile l’alto tasso di disoccupazione, un modello di crescita economica che fa aumentare il numero dei poveri, una sanità che cura di più e meglio di chi ha soldi, l’eccesso di individualismo, una finta democrazia che vive senza la partecipazione dei cittadini. E’ necessario sostenere un cambiamento di rotta del sistema economico: non sono gli uomini che devono adattarsi all’attuale sistema economico finanziario, ma è il sistema economico finanziario che deve cambiare per non offendere la dignità di coloro che sono condannati alla povertà, alla miseria e a diventare uno scarto della società. Peraltro anche molti di coloro che vivono in condizioni economiche dignitose percepiscono che c’è qualcosa che non va; si trovano di fronte ad un’anomalia che rende pesante la loro vita:  aumentano i beni materiali ma la felicità e la soddisfazione di vivere diminuisce.

La fedeltà è un concetto dinamico che rifiuta immobilità, ripetitività e stanca continuità. Essa mette in circuito la dimensione originaria dell’amore e della vita che ci sfida a fare ciò che ancora non è stato fatto e a cambiare tutto ciò che è fatto male. Fedeltà è tornare alle origini e comporta sempre un cambiamento perché all’origine la vera forza è sempre una ispirazione, una vision, un sogno coltivato e sviluppato per incrementare ciò che fa bene all’uomo. Fedeltà è cambiamento significa che non si guarda solo indietro, non ci si guarda solo attorno, ma si guarda in avanti. Fedeltà è apertura a tutto ciò che ancora non c’è: il domani sarà certamente un dono se già da oggi in noi c’è uno spazio libero per ciò che ancora non c’è. La fedeltà si coniuga bene con il nuovo perché è il segreto per non perdersi pur muovendosi in terreni sconosciuti.

Il settimo festival della dottrina sociale evidenzierà queste idee diventando casa per tutti quelli che credono nel cambiamento. Inoltre offrirà l’opportunità per stabilire relazioni significative con tutti quelli che già stanno realizzando qualcosa di positivo nel loro ambito di vita: scuola, lavoro,  salute, giustizia, economia, sviluppo, fede, educazione, territorio.
Il programma è in costruzione: sulle news si potranno seguire gli sviluppi.

Don Adriano

Edizione 2016

Locandina Programma 2016VI Festival della Dottrina Sociale
Verona, 24-27 novembre 2016

Dal 24 al 27 novembre 2016
presso al Cattolica Center di Verona si è svolta la sesta edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha avuto come tema “In mezzo alla gente”, ragion per cui molte delle attività programmate si sono tenute nei luoghi dove normalmente le persone vivono, lavorano o si ritrovano, dalla fabbrica – l’azienda Pedrollo di San Bonifacio – alle aziende ospedaliere – l’aula magna del policlinico di Borgo Roma – fino al Teatro Nuovo di Verona.

Ventimila le presenze registrate nelle tre giornate di lavori che sono state aperte con un vibrante messaggio di Papa Francesco che ha sottolineato come «L’isolamento sviluppa paura e diffidenza e impedisce di godere della fraternità…. Stare in mezzo alla gente non significa solo essere aperti e incontrare gli altri ma anche lasciarci incontrare… Siamo noi che abbiamo bisogno di essere guardati, chiamati, toccati, interpellati, siamo noi che abbiamo bisogno degli altri per poter essere resi partecipi di tutto ciò che solo gli altri ci possono dare». Un monito forte e di stretta attualità: « Quando il popolo è separato da chi comanda, quando si fanno scelte in forza del potere e non della condivisione popolare, quando chi comanda è più importante del popolo e le decisioni sono prese da pochi, o sono anonime, o sono dettate sempre da emergenze vere o presunte, allora l’armonia sociale è messa in pericolo con gravi conseguenze per la gente: aumenta la povertà, è messa a repentaglio la pace, comandano i soldi e la gente sta male. Stare in mezzo alla gente quindi fa bene non solo alla vita dei singoli ma è un bene per tutti».

Energia nuova e rinnovata è stata la parola d’ordine tra tutti i partecipanti a chiusura dell’edizione 2016, ad oggi la più significativa anche da un punto di vista logistico.

«Tre sono le cose che hanno caratterizzato questo festival – ha esordito alla conclusione al Teatro Nuovo Mons. Adriano Vincenzi, presidente di Fondazione Toniolo e Coordinatore del Festival – . La prima: quest’anno abbiamo toccato con mano la Provvidenza prima di tutto grazie al messaggio del Papa, così eccezionale per intensità e coraggio. La seconda: la serenità delle persone presenti che hanno prestato il loro lavoro. Penso alle 14 cene di valore: non abbiamo detto che buono, abbiamo detto che bello. Quando le persone impegnate nel festival oltre al servizio che si sono offerte di fare, ti fanno percepire qualcos’altro vuol dire si va oltre il servizio stesso: ci siamo trasmessi dei significati. La terza: la struttura del Cattolica Center. Noi non avremmo mai pensato di poter avere uno spazio così. E’ la prima volta che una struttura si adatta alle esigenze del nostro programma, di solito eravamo noi ad adattarci alla struttura. Questo ha generato una nuova percezione: ci siamo sentiti a casa nostra, siamo stati agevolati nelle relazioni personali, è stata ridotta la dispersione. Quest’anno non siamo solo stati al festival, ci siamo anche visti».

Il festival anche quest’anno si è posto come un intreccio tra alcuni attori della vita sociale: imprenditori, avvocati, medici, operai, commercialisti, giovani, insegnanti chiamati a confronti su temi importanti, dall’economia al lavoro, dai giovani alla sanità, dalla comunicazione all’impresa e al sociale per mettere in relazione le buone pratiche, l’operatività virtuosa, la creatività in vista di nuove progettualità.

«Tre giorni di grandi lavori – ha proseguito Mons. Vincenzi – e poi? Poi uno pensa a “priorità, programma, agenda”. Nulla di tutto ciò. Torniamo a casa senza priorità, programma, agenda perché non ne abbiamo bisogno. Perché questi tre giorni ci hanno riempito di energia: invece di tornare a casa con qualcosa da fare, torniamo a casa capaci di fare qualsiasi cosa. E’ eccezionale abilitare le persone ad operare. Per questo motivo fare il festival è importantissimo: dentro di noi è come se succedesse una trasformazione e venissimo tutti ispirati, col risultato che chi è ispirato non sbaglia. E quando siamo ispirati abbiamo meno bisogno di gente che ci dice cosa dobbiamo fare. Si percepisce dentro una grande forza che sprona ad agire. E se il festival è tutto questo, allora è una benedizione».

Partecipanti galvanizzati dalle toccanti testimonianze che si sono alternate nel corso dei vari appuntamenti ma anche un richiamo alla concretezza dell’agire qui ed ora. «Se si opera in un certo modo – ha concluso Mons. Vincenzi – si fanno le cose grandi e si resta normali; di gente che conta e non fa niente ce n’è fin troppa. Apprezzo l’impegno forte che si distende nella quotidianità. L’esempio è Maria: ha fatto la cosa più grande del mondo e ha saputo mettere insieme grandezza e semplicità. Fare cose grandi restando umili: questo è il mio augurio per tutti».

Edizione 2015

programma del V Festival della Dottrina Sociale della ChiesaV Festival della Dottrina Sociale
Verona, 26-29 novembre 2015

Dal 26 al 29 novembre 2015 presso l’Ente Fiera di Verona
 si è svolta la quinta edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha avuto come tema “La sfida della realtà”.

La scelta del tema è ispirato dall’Evangelii Gaudium (cap. IV, 231) e si muove nella linea della dottrina sociale della Chiesa, che non ha mai ceduto all’utopismo o al moralismo, ma ha sempre fondato i suoi insegnamenti su un sano realismo.

La realtà ci sfida perché ci trova quasi sempre un po’ impreparati. È più facile descriverla che comprenderla, è più facile essere colti di sorpresa da ciò che ci capita piuttosto che giocare in anticipo.

“La sfida della realtà” ci spinge a superare una visione ideologica del presente. L’ideologia costringe la realtà dentro il suo schema astratto ed arido e impedisce la conoscenza piena e vera del reale: succede così quando ci si affida alla tirannia dei numeri per giustificare scelte inique, quando ci si affida alla tecnocrazia per nascondere la parzialità e le responsabilità delle scelte. Un sistema tecnocratico ed ideologico si affida a decisioni cieche ed unilaterali, un sistema dove l’uomo è al centro compie, invece, delle “scelte”: le decisioni sono obbligate, le scelte sono libere. Noi non abbiamo dubbi da che parte stare per accettare la sfida della realtà.

La realtà diventa sfida anche per il pensiero. Ha bisogno di esso per essere compresa e indirizzata, ma soffre dell’uso di pensieri e parole finalizzate alla sua manipolazione. La vita, la realtà, la verità non possono mai ridursi ad un gioco di parole o a raffinati sofismi: la menzogna è tale perché fa vedere vero e reale ciò che non lo è.

La realtà rappresenta una grande sfida quando pone nuovi quesiti, sollecita nuove risposte, costringe ad un cambiamento operoso, rilancia l’insostenibilità di certe decisioni. Non possiamo accettare un pensiero diffuso che si muova con indifferenza rispetto all’aumento delle disuguaglianze, allo scandalo della fame, all’arricchimento con il traffico di armi e di esseri umani, all’ingiustizia di fare i soldi con i soldi invece che con il lavoro.

La realtà pone la sfida della partecipazione, della condivisione, della ricerca di nuovi assetti economici e finanziari rispondenti ai bisogni reali di molti in contrasto con l’egoismo vergognoso di pochi.

La realtà chiede valori e verità. Rispondere a ciò significa evitare che si arrivi a capire il senso vero delle cose solo dopo aver assistito a catastrofi immani e ponendosi solo tardivamente la fatidica domanda: «Come è possibile che sia successo questo?». La realtà ci sfida anche per questo: tiene viva la memoria.

La sfida della realtà è un tema intenso, ricco, poliedrico.

Il V Festival DSC si è preannunciato davvero interessante ed ha voluto essere una sfida per:

  • promuovere il cambiamento
  • riproporre i valori autenticamente umani
  • guardare in faccia la realtà
  • conoscere esperienze che rilanciano un pensiero diverso
  • alimentare il ruolo delle minoranze creative nel generare percorsi inediti
  • incontrare persone che vogliono essere libere e responsabili.

I soggetti promotori del V Festival della DSC sono statiFondazione TonioloLa SocietàFondazione Segni NuoviFondazione Cattolica AssicurazioneUcidFedercasseConfcooperativeCislAcaiGruppi della dottrina sociale della ChiesaCollegamento sociale CristianoMovimento Studenti Cattolici.

Il Festival si è sviluppato attorno a tre percorsi: i convegni, l’area espositiva, gli spazi culturali.

Il Festival ha offerto iniziative specifiche per ogni realtà che intende partecipare in maniera attiva. Per i convegni è stato riservato uno spazio all’impresa, alla direzione del personale, alla cooperazione, alle banche mutualistiche e cooperative, al sindacato, ai giovani, alla scuola, all’ambiente.

Obiettivo del Festival è l’incontro di una pluralità di soggetti che, condividendo i medesimi valori, possano creare le condizioni per la formazione di una nuova coscienza sociale.

Clicca qui per scaricare il programma ufficiale in pdf del V Festival della Dottrina sociale “La sfida della realtà”

Edizione 2014

img2014IV Festival della Dottrina Sociale
Verona, 20-23 novembre 2014

“Oltre i luoghi, dentro il tempo” è il titolo del IV festival della dottrina sociale, che si è svolto a Verona dal 20 al 23 novembre 2014. Questo titolo esprime un movimento. C’è bisogno di uscire. Il luogo ha una sua fissità, limitatezza e ripetitività; bisogna andare oltre per lasciare i luoghi comuni, gli stereotipi, le finte certezze, il possesso e le false sicurezze date dalla conservazione e dalla difesa di se stessi. Vivere dentro il tempo è accettare la sfida dell’imprevedibile, della diversità, dell’altro che non è mai come noi vorremmo. Il tempo scorre velocemente senza mai ripetersi, è imprevedibile, non si ferma, è la grande opportunità.

Ecco il festival: accettare il movimento, il cambiamento, il nuovo, il non ancora esperimentato. E così invece di fissare spazi creiamo processi: la vita si arricchisce di novità e di curiosità e ci porta all’entusiasmante sfida di trovare il senso di ogni segmento della nostra esistenza. E’ per questo che il muoversi non crea dispersione, e l’inedito non crea smarrimento, ma ci offre quegli elementi nuovi con i quali sperimentiamo che essere in movimento, vivere il tempo, rappresenta l’unico modo di ritrovarsi nella pienezza della vita. Storia e futuro coniugati dentro il presente ci rendono nuovi. Essere dentro il tempo significa vivere intensamente: il tempo ci fa incontrare povertà, ricchezza, salute, malattia, peccato, grazia, odio, amore, sogni, delusioni, ingiustizie, gratuità, interessi. Tutto ciò non è un’astrazione ha sempre un volto. Perciò essere dentro il tempo è un incontro che crea le condizioni inedite di diventare risposta.

Scarica la brochure

Edizione 2013

Festival DSC main1

III Festival della Dottrina Sociale
Verona, 21-24 novembre 2013

- Disuguaglianze + Differenze.
È un titolo che vuole far riflettere sulla nostra situazione sociale ed economica.

Non v'è dubbio che sono ancora troppe nel mondo, e in Italia, le diseguaglianze che offendono la dignità dell'uomo e la Dottrina Sociale della Chiesa ci spinge a operare per la giustizia e a combattere le disuguaglianze. Ma accanto a tante disuguaglianze, la nostra società e il nostro sistema giuridico sono caratterizzati da un eccesso di uniformità e di omologazione. Non poche volte si è creduto che l'uguaglianza fosse perseguibile attraverso l'omologazione. I campi in cui verificare questa affermazione sono tanti.

Innanzitutto, la scuola. Molte volte si è creduto di creare uguaglianza soffocando il pluralismo scolastico e la libertà educativa delle famiglie in diverse occasioni si è dimenticato che scuola pubblica non significa solo scuola statale. Spesso si è creduto di fare il bene dei ragazzi spingendoli a scelte uniformi e rinunciando alle specializzazioni tecnico-professionali che creano lavoro. Se guardiamo al campo dell'economia, possiamo notare una situazione analoga. Si riflette ancora poco sull'importanza dell'economia civile, sul ruolo economico fondamentale che svolge la cooperazione, e sui limiti di uno sviluppo che annulla le differenze e non persegue il bene comune. Se guardiamo alla finanza (la cui etimologia, finis, nasce dall'idea di reperire risorse per realizzare un fine) ci accorgiamo che la globalizzazione ha creato, in molti casi, nell'azione finanziaria, una sorta di anonimato indifferenziato che riduce le responsabilità individuali.

Se guardiamo al lavoro, scorgiamo che anche qui troppe volte la ricerca dell'uguaglianza si è trasformata nell'imposizione dell'uniformità nei contratti di lavoro e nella rinuncia alle differenze. In Italia è sottovalutato l'apprendistato. Si ha più a cuore la tutela di chi è già garantito che l'occupazione dei giovani. Si confonde flessibilità con precarietà.

Se guardiamo alla famiglia ci accorgiamo che per promuovere l'uguaglianza tra uomo e donna, si tende a cancellare la differenza sessuale.

La disuguaglianza è il risultato di uno sviluppo che non persegue il bene comune; uno sviluppo non orientato al bene comune ottiene l'effetto perverso di rendere alcuni più ricchi e molti altri più poveri. La disuguaglianza cresce nella omologazione. Come insegna la Costituzione l'uguaglianza, scevra di ideologismi e strumentalizzazioni, coltiva le differenze.

L'uguaglianza evidenzia la pari dignità delle persone. La differenza è esercizio di libertà e di autonomia. L'omologazione ci imprigiona.

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Edizione 2012

Verona, 14-16 settembre 2012

Partiamo da un dato condiviso da tutti: siamo arrivati al capolinea e non si può andare avanti così. Se noi dessimo continuità al nostro sistema economico, sociale e civile per come si è sviluppato fino ad oggi, cadremmo nel baratro. C’è bisogno di discontinuità. Ecco ilperché del tema di questo secondo festival: abbiamo bisogno innanzitutto di un pensiero diverso. Fare di più non ci fa uscire da questa situazione, occorre un modo nuovo di vedere le cose. Il nuovo pensiero è riaffermare un’economia al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dell’economia, è ipotizzare uno sviluppo libero dagli interessi personali o di gruppo, uno sviluppo a misura d’uomo che riduca le disuguaglianze. Dobbiamo sviluppare l’idea che senza valori e senza etica possiamo forse avere di più, ma non possiamo essere contenti di noi e del mondo che ci circonda. Tutti insieme siamo chiamati a cercare il nuovo che è nascosto dentro le pieghe di una crisi e chiede di essere riscoperto ed evidenziato. Parleremo di economia e di società con l’intento di rendere più bello vivere, lavorare, aiutarsi, stare assieme. I principi a cui attingiamo sono quelli espressi nel pensiero sociale della Chiesa perché per leggere bene il presente e sviluppare una società più giusta è necessario riconoscere ad ogni persona la trascendenza, la dimensione relazionale, la centralità e la dignità.

Il Festival è un momento in cui si intrecciano positività, problemi, fatiche, volti, relazioni, cultura, esperienze, azioni, motivazioni, spiritualità, incontri e idee, ma da questo intreccio, che riflette il quotidiano, ci auguriamo che ognuno possa raccogliere nuova forza per la ricerca della verità e per interpretare e sviluppare le novità raccolte nel presente

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Edizione 2011

Verona, 16-18 settembre 2011

Idealmente possiamo pensare alla Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), e di questo si parlerà a Verona, come ad una sorta di bussola, una bussola per chiunque voglia impegnarsi a rendere il mondo un po’ migliore di come lo trova, e di quanto ce ne sia bisogno lo sanno soprattutto i giovani. Di questa bussola, il nord è rappresentato dal principio persona, che è evidentemente molto diverso dall’individualismo della cultura dominante. Il sud è rappresentato dal principio del bene comune, che non è la proprietà collettiva dei beni o la pratica dell’assistenzialismo, che oggi penalizza gravemente l’Italia; piuttosto, è una grande azione sociale orientata al bene morale della collettività: è la vita retta della moltitudine. Accanto al principio persona e al principio del bene comune, la Dottrina Sociale ci consegna il principio della solidarietà, da non confondersi con i principi legati a una tradizione statalista. E il principio della sussidiarietà, che vuol dire la libera iniziativa, senza cadere negli eccessi del liberismo selvaggio.

Queste quattro idee spesso sono praticate in modo separato. Anche tra i Cattolici c’è chi è più affezionato al popolo della pace e chi si sente più dentro il popolo della famiglia o della vita. Ebbene: il Festival della Dottrina Sociale ha proprio lo scopo di dimostrare che esiste una tradizione che oggi può aiutarci a prendere in mano il destino di questo Paese.

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Dottrina Sociale della Chiesa

Fondazione Segni Nuovi
Piazzetta Pescheria, 7 - 37121 Verona
P.IVA 01417450226
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